Dopo più di trent’anni di dedizione, Laura Secco ha concluso il suo percorso come Capo area dei servizi socio assistenziali di Villa Serena. Una figura storica, la sua, che ha accompagnato la residenza in una lunga stagione di trasformazioni profonde e significative. Dal 1°ottobre Laura si sta godendo la sua meritata pensione: siamo andati a trovarla per farci raccontare l’importanza che ha avuto Villa Serena per la sua carriera e nella vita e quali sono i ricordi più belli legati alla RSA.
Un primo giorno indimenticabile
Laura è arrivata a Villa Serena il 2 gennaio 1994, proponendosi come infermiera professionale. «All’epoca la struttura era ancora gestita dalle suore, principalmente infermiere – chiarisce Laura –. Non dimenticherò mai quel primo giorno: non c’era nessuno ad accogliermi, nessuno era stato avvisato del mio arrivo, né tantomeno incaricato di affiancarmi affinché entrassi nelle dinamiche e nelle routine della residenza. Alle 7.30 del mattino un’operatrice è scesa di corsa dicendo che una signora stava avendo una crisi e aveva bisogno di aiuto. Sono salita e ho visto che si trattava di una crisi epilettica, così ho chiamato l’ambulanza. Quelle prime ore, già così movimentate, hanno segnato l’inizio di una carriera intensa, fatta di grandi sfide, ma di altrettanto grande umanità».
- Alcune istantanee del passato
Da infermiera a coordinatrice: un salto inaspettato
Dopo due anni, con il ritiro delle suore che gestivano la struttura, Laura ha assunto via via sempre più responsabilità, fino ad acquisire la completa gestione del personale. «Quando la casa madre fece ritirare le suore, nel 1996, io e un mio collega ci siamo trovati costretti a riorganizzare risorse e incarichi. Ho raccolto la sfida della coordinazione del personale e da lì mi sono “infilata i nuovi panni”, con impegno, costanza e tanta pazienza, perché apprendere una nuova attività è sempre difficile, ma lo è ancor di più se lo si fa in totale autonomia. Se il lavoro da infermiera lo conoscevo ed ero formata per svolgerlo, infatti, questo era un vero e proprio salto nel vuoto. Che, tuttavia, andava fatto».
«È fondamentale – aggiunge Laura – sottolineare che all’epoca la gestione dell’ospite era di gran lunga differente da quella che conosciamo ora. Innanzitutto gli ospiti che entravano erano meno gravi, per la maggior parte autosufficienti, o parzialmente autosufficienti. Questo è un dato che abbiamo visto mutare rapidissimamente già a fine anni ‘90, inizi 2000. Il mio lavoro era, dunque, quello di captare i problemi, non solo degli ospiti, ma anche di operatori e infermieri, per i quali delineavo i turni di servizio, e trovarvi la soluzione. Ricordiamo che, seppur non parlando di tanto tempo fa, erano tempi in cui non esisteva nulla di informatizzato. Tutto si faceva con carta e penna».
Oltre alla gestione organizzativa, della turnistica e degli ospiti, Laura ha dovuto far fronte all’arrivo e alla necessità di formazione di nuovi infermieri, in un contesto sociale e culturale in continuo fermento e che di lì a poco avrebbe richiesto un balzo irreversibile verso l’informatizzazione.
Una nuova umanità della cura
Un vento di novità ha spalancato le porte di Villa Serena nel 2005, con l’arrivo di Nevio Slaviero come nuovo direttore. Laura racconta che è stato proprio quest’ultimo a introdurre l’informatizzazione della gestione, sostituendo i quaderni consegne e i fogli terapie con software specifici.
In quel periodo, inoltre, si è verificato un boom di assunzioni di nuove figure specializzate come educatori, psicologi, fisioterapisti e logopedisti. «Ho seguito con passione questo sviluppo – spiega Laura – adattando l’organizzazione a una realtà che mi permetteva di lavorare a stretto contatto con figure sempre più specializzate e, al contempo, con ospiti sempre meno autosufficienti e bisognosi di assistenza sanitaria complessa. Sono diventata, così, il punto di riferimento per i problemi quotidiani della casa, dagli operatori agli ospiti, fino ai familiari». Un ruolo non sempre facile, che ha richiesto molta sensibilità ed empatia, oltre che alla professionalità, qualità che Laura ha sempre messo al primo posto, soprattutto nell’ultimo periodo, segnato dalla pandemia.
«Non ho mai vissuto questo lavoro come una missione, ma come qualcosa che devi sentire dentro – aggiunge Laura –. Nel periodo più duro del Covid-19 ho lavorato senza mai fermarmi, mettendo il benessere degli ospiti e il sostegno alle famiglie al centro di ogni giorno, anche quando le difficoltà sembravano insormontabili. Non perché mi sentissi forte nel farlo, ma perché sentivo che doveva andare così, che potevo essere d’aiuto».
Un’eredità preziosa per Villa Serena
Laura lascia un’impronta indelebile sulle fondamenta di Villa Serena: un’eredità fatta di impegno, organizzazione e umanità che continuerà a ispirare chi lavora ogni giorno per garantire agli anziani una vita serena e dignitosa.
- Laura con alcuni ospiti












